Appuntamento oggi venerdì 4 agosto alle ore 18:30 in via Colletta angolo Viale Umbria per ricordare le vittime e chiedere a Governo e Comune di agire per fermare la strage in corso
Milano, 4 agosto 2023. Una città sicura ha strade sicure per tutti, a partire dagli utenti più “deboli” cioè chi sceglie di muoversi a piedi, coi mezzi, in bici. E invece solo pochi giorni fa un’altra collisione mortale. In viale Umbria, a Milano, il 18enne Karl Nasr perde la vita dopo 24 ore di agonia dopo essere stato falciato da un’auto, sul marciapiede dove stava camminando. A metà luglio in viale Fulvio Testi è morto anche Luciano Avigliano, 73 anni, ucciso da una persona alla guida di una moto mentre attraversava la strada. Due vittime in soli due mesi. Sono persone morte per il semplice fatto di non essere dentro un’auto. Non avevano alcuna difesa, e neppure ritenevano di doverla avere. Eppure, per il semplice fatto di occupare quello che dovrebbe essere il posto adibito alle persone, hanno perso la vita.
Al giovane Karl Nasr e a Luciano Avigliano è dedicata la manifestazione “Basta morti in strada”, dove verranno ricordati anche Hashen Hassan, 29 anni, investito e ucciso il 12 gennaio, Angela B, 95 anni, investita e uccisa il 10 febbraio, Federico Cafarella, 25 anni, investito e ucciso il 7 marzo.
Il presidio è convocato per oggi, venerdì 4 agosto alle 18.30 in via Colletta angolo viale Umbria, dove verranno ricordate le storie delle persone che hanno perso la vita e dove verranno reiterate le richieste delle associazioni alle istituzioni.
“Sulle strade di Milano è in corso una strage, non troviamo altri termini per definirla. Persone che si spostano a piedi e in bicicletta continuano a venir uccise da persone alla guida di mezzi a motore che sono troppi, troppo pesanti e che vanno troppo veloce. Conosciamo ormai benissimo le cause di queste morti e quelle che sono le possibili soluzioni per prevenirle, ma chi ha responsabilità di governo sta colpevolmente scegliendo di non agire con la necessaria urgenza. Da un lato il Governo e il Ministro Salvini che nella proposta di nuovo codice della strada mettono nel mirino la loro ossessione dei monopattini elettrici, senza in alcun modo intervenire sulla velocità delle auto, anzi rendendo più difficile per i comuni introdurre zone a traffico ridotto e creare piste ciclabili. Dall’altro il Comune di Milano, in particolare il Sindaco Sala e l’Assessora Censi, che a 8 mesi dall’approvazione dell’Ordine del Giorno in Consiglio Comunale non hanno ancora detto se Milano Città30 diventerà realtà, come e quando. Mentre Bologna procede spedita nel suo piano per diventare una città delle persone a Milano si continua a morire nell’inerzia delle istituzioni” dichiarano Anna Gerometta di Cittadini per l’Aria Onlus, Tommaso Goisis di “Sai che puoi?” e Angelo Lisco di Milano Bicycle Coalition.
Alla manifestazione aderiscono anche le associazioni Fiab Milano Ciclobby, Genitori Antismog, Legambici – Legambiente per la Ciclabilità, Massa Marmocchi, promotrici e firmatarie della campagna “Milano città delle persone”.
LE RICHIESTE
Per il Governo e il Parlamento
- Approvare nel nuovo codice della strada la proposta di legge sulla Città30
- Facilitare, invece che ostacolare, la creazione di corsie e piste ciclabili da parte dei Comuni
- Facilitare l’installazione di autovelox e altri dispositivi tecnologici mirati non solo a multare quanto anche a prevenire le infrazioni
Per il Sindaco e la Giunta Comune di Milano
- Sviluppare e illustrare nel più breve tempo possibile alla città il piano “Milano città 30” accogliendo l’ordine del giorno votato a maggioranza dal Consiglio Comunale l’8 gennaio scorso e al momento rimasto lettera morta. Nel piano dovranno essere previste risorse adeguate per un ridisegno effettivo delle sedi stradali, restringendo le carreggiato, riducendo lo spazio dedicato alla sosta (a partire da quella illegale oggi ampiamente tollerata)
- Aumentare il presidio del territorio urbano dedicando maggiori risorse del corpo di Polizia Locale a quella che dovrebbe essere la sua funzione principale, cioè l’unità “Radiomobile”
- Restituire risposta scritta alle domande poste nel corso della manifestazione “Emergenza Milano” del 17 aprile scorso, dando seguito anche all’attuazione della ‘dashboard’ che consenta ai cittadini di verificare e monitorare gli effettivi progressi della città in tema di sicurezza stradale, qualità dell’aria e promozione della mobilità sostenibile
APPROFONDIMENTO NUMERI
Secondo i dati ISTAT rilasciati il 25 luglio scorso (https://www.istat.it/it/archivio/286933) in Italia 3 incidenti su 4 avvengono in città. Le principali cause di incidente sono l’eccesso di velocità e la distrazione.
Dal 1° gennaio al 30 luglio 2023 sono già decedute per incidenti stradali 227 persone, secondo il report in tempo reale dell’Osservatorio Pedoni di ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, in collaborazione con Sapidata. Questo dato è, purtroppo, parziale e non tiene conto dei feriti gravi che molto spesso perderanno la vita negli ospedali anche a distanza di mesi. Istat infatti conta solo i decessi nei primi trenta giorni dal sinistro.
227 persone in tutta Italia morte a causa di una visione delle città autocentrica, dove ogni spazio è disegnato e progettato solo per le auto, dove le persone – che siano in bicicletta, a piedi sulle strisce pedonali o sul marciapiede – non trovano più il proprio posto, sono ostacoli in una corsa cieca e sfrenata che non viene limitata e neppure condannata.
Tra questi, sono già 5 le persone a piedi investite e uccise da un mezzo a motore a Milano nel solo 2023.
APPROFONDIMENTO PROPOSTA DI LEGGE NAZIONALE SU CITTÀ 30
il 28 luglio scorso è stato presentato il disegno di legge “Norme per lo sviluppo delle Città 30 e l’aumento della sicurezza stradale nei centri abitati” da varie associazioni della piattaforma “Città 30 subito” (Legambiente, FIAB, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Modo, Clean Cities Campaign, Asvis, Fondazione M. Scarponi), e che è stato recepito dai parlamentari di un ampio schieramento di forze politiche, così da offrire una cornice nazionale per le città e i centri abitati al fine di ripensarli con un nuovo modello.
La legge propone una visione organica di Città 30, non solo come abbassamento del limite di velocità, ma anche come ridisegno delle strade urbane, maggiori controlli ed educazione.
Vengono recepite tre delle norme europee più avanzate: quella spagnola, sulla riduzione diffusa della velocità a 30 km/h in tutti i centri urbani, quella inglese sulla gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada in proporzione alla potenzialità di indurre un danno agli altri, e quella francese sulla promozione di una cultura della mobilità sostenibile negli spot tv.
Il cuore della legge è l’inversione fra regola ed eccezione nei limiti di velocità urbani rispetto al codice della strada attuale: al posto dei 50 km/h validi in generale eccetto le “zone 30”, la norma in città diventano i 30 km/h, eccetto solo gli assi classificati dai Comuni come di scorrimento veloce, con almeno due corsie per senso, mantenuti a 50 km/h.
Ma la legge indica anche risorse, strumenti e semplificazioni per adeguare le norme sulla viabilità e sull’infrastruttura stradale alla moderazione del traffico e della velocità, al rafforzamento dei controlli, all’aumento del rispetto delle regole di comportamento sulla strada e alla diffusione di campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza e a tutti gli utenti.
Per approfondire: pagina sito Legambiente su legge città30
Milano può farcela, ma deve farlo subito. Dobbiamo impedire che altri incidenti mortali tolgano la vita a chi, semplicemente, cammina o pedala per la città.