Per un anno e mezzo la comunità che si raccoglie sotto il nome evocativo di Città delle persone si è attivata con grande forza e coesione pur senza avere una forma definita. Al suo interno sono infatti confluiti gli sforzi di persone singole e associazioni formali, unite semplicemente dal bisogno di una gestione diversa dello spazio pubblico e della mobilità e da un urgente senso di ingiustizia. Per affrontare con più consapevolezza un percorso che porti sempre più vicino agli obiettivi comuni (obiettivi effettivamente mai formalizzati) si è organizzata La strada condivisa, una giornata di confronto e discussione su quello che è stato fatto e quello che si vuole fare, quali sono gli obiettivi a cui puntare e qual è la forma giusta per arrivarci. Una giornata per stare insieme anche al di fuori delle occasioni di lutto e protesta, conoscersi meglio, avviare gruppi di lavoro, mettere le mani in pasta e creare, mangiare e bere insieme, e infine fare festa, che ha coinvolto un centinaio di persone e rappresentato una sorta di momento fondativo.