La nostra idea di città

Vogliamo che Milano diventi una città in cui muoversi è facile, sicuro, economico ed efficiente per tutte le persone

Una città in cui lo spazio pubblico è re-distribuito per generare socialità, salute, accessibilità e giustizia sociale


In Italia ci spostiamo male.

L’automobile privata è ancora la modalità privilegiata di trasporto, anche nei contesti urbani dove esistono alternative più efficienti. È una forma di mobilità costosa, lenta, pericolosa e inefficiente: rimane ferma il 90% del tempo, trasporta in media solo 1,26 persone per veicolo, consuma energia per muovere tonnellate di lamiera più che persone. Eppure continuiamo a incentrare la mobilità urbana intorno ad essa, producendo ogni giorno congestione, inquinamento, rumore, occupazione di spazio e insicurezza stradale. 

Di questa cattiva abitudine, ne subiscono le conseguenza più gravi due ‘categorie’:

  1. Chi per motivi di lavoro o di salute non ha effettivamente alternative all’automobile o al furgone, che trova strade molto più trafficate, lente e pericolose a causa di chi invece ne fa un utilizzo superfluo.
  2. Chi non può neanche permettersi un’auto è però costretto a subire le conseguenze di tutte le esternalità negative, a partire da quelle relative alla salute.

Noi siamo in movimento per cambiare radicalmente la configurazione e l’utilizzo dello spazio pubblico, partendo da Milano. Crediamo a questo cambiamento sia perché conosciamo i dati e abbiamo delle idee, sia perché queste idee ormai sono realtà in tante altre città d’Europa e del mondo, dove hanno portato benefici e dove le persone non tornerebbero più indietro.


A Milano, i dati parlano chiaro: ci sono troppe auto.

  • Il 30% degli spostamenti interni alla città avviene in automobile e solo il 6% in bicicletta​.
  • Ogni giorno circa 600.000 veicoli entrano in città da fuori attraversando l’Area B​.
  • Dopo anni di diminuzione, dal 2022 il tasso di motorizzazione è tornato a salire​: siamo oltre 50 auto ogni 100 abitanti.
  • I chilometri di trasporto pubblico di superficie sono diminuiti tra il 2016 e il 2024​: se diminuisce l’offerta di trasporto pubblico, automaticamente aumenta la domanda di traffico privato motorizzato.
  • L’estensione dichiarata delle “piste ciclabili” è gonfiata da riconfigurazioni su carta: oltre 70 km (22%) sono controviali promiscui dove non è stato fatto nessun intervento strutturale​.
  • Ogni giorno si tollerano oltre 100.000 automobili in sosta irregolare, che “drogano” la domanda di mobilità e rendono inefficaci quasi tutte le altre politiche di mobilità​.

Per questo vogliamo che Milano cambi radicalmente.

Vogliamo una città dove:

  • Chi si muove con i mezzi a pubblici, a piedi, in bici o con i mezzi pubblici abbia la precedenza non solo nel codice della strada, ma anche nello spazio effettivo: corsie preferenziali, marciapiedi larghi e liberi, piste ciclabili confortevoli, continue  e lineari, attraversamenti sicuri, strade scolastiche e piazze vive.
  • Il trasporto pubblico torni a crescere, in quantità e qualità, con più corse, più linee e tariffe più accessibili per tutti.
  • La sosta irregolare non sia più tollerata. Perché se parcheggiare ovunque è gratis e senza rischi, l’auto diventa l’opzione più comoda anche quando non dovrebbe esserlo.
  • Attraverso il rafforzamento delle alternative, le automobili private diminuiscano di numero e di ingombro. Perché lo spazio è finito: se lo occupano veicoli che restano fermi il 90% del tempo, ne resta troppo poco per le persone.
  • Le politiche tariffarie e di accesso siano eque e differenziate, per ridurre gli impatti su chi ha meno reddito, senza rinunciare a disincentivare gli abusi di spazio pubblico.
  • Tutte le strade davanti alle scuole siano sicure, vivibili, piacevoli: strade scolastiche.

Ci attiviamo affinché Milano scelga con coraggio di non giocare nel “campionato” di vivibilità delle città italiane – impostando quindi il confronto con centri urbani di ben altre dimensioni e dinamismo – ma di entrare a pieno titolo nella “corsa” tra le grandi metropoli europee.

È una questione di giustizia sociale, di salute, di efficienza. E soprattutto di visione.

La visione di una Città delle Persone.